Il Movimento Naturale è un approccio che sviluppa le capacità fisiche e le abilità motorie, seguendo il percorso evolutivo che ognuno di noi intraprende alla nascita, il quale rispecchia la lenta e lunga storia evolutiva dell’uomo come specie.
Questo allenamento è alla base del sistema più ampio del Movement Training.
Nel periodo che va dalla nascita all’età adulta in particolare, lo sviluppo del movimento va di pari passo con quello neurocognitivo, esattamente come fu per la storia della specie homo sapiens.
Estremamente affascinante è notare che questo percorso ripercorre in maniera estremamente veloce il lento percorso evolutivo della specie umana (il microprocesso ripete il macroprocesso).
Il Movimento Naturale si concentra su movimenti funzionali (in senso stretto e no nonsense), sul rendere il corpo forte e atletico e sul ritrovare il benessere della persona riportandola a contatto con la sua natura ancestrale.
Il nostro bagaglio motorio si è evoluto in relazione alle nostre necessità di sopravvivenza, e quindi in stretta interrelazione con l’ambiente esterno in cui dovevamo muoverci.
Perciò gli esercizi del Movimento Naturale sono per la gran maggioranza pratici, adattabili, efficienti e non fini a se stessi.
Contenuti dell’articolo:
- Schemi Motori di Base, Evoluzione e Ambiente
- A Cosa Serve il Movimento Naturale
- Una Breve Storia del Movimento Naturale
SCHEMI MOTORI DI BASE, EVOLUZIONE E AMBIENTE
Pensa anche a tutti i movimenti che i neonati sviluppano man mano per diventare poi adulti pienamente funzionanti.
Questi sono gli schemi motori di base, movimenti fondamentali e generici su cui poi si vanno a sviluppare quelli più complessi e specializzati.
Per esempio, prima di poter camminare, ogni neonato deve prima rinforzare le anche, il torso e le spalle gattonando. Questo significa che il gattonare è intrinseco a ogni corpo umano. È genetico, è istintivo ed è naturale nel corso della vita umana.
È per questo che il crawling, la quadrupedia e i movimenti a terra sono estremamente efficaci nello sviluppare forza a corpo libero. Eccellenti in particolare per creare quel tipo di forza e di coordinazione integrati in tutto il corpo che diventano fondamentali per compiere i movimenti più complessi e avanzati.

In questa categoria sono anche inclusi i movimenti come camminare, correre, trasportare, appendersi, arrampicarsi e così via.
L’insieme di tutti questi movimenti dà accesso a tutti gli ambienti che si trovano nel pianeta, quando sviluppati in maniera corretta.
Alcuni sistemi, come Il Metodo Naturale di George Hébert sviluppato all’inizio del 1900, si basano su questi tipi di movimenti.
I movimenti che vengono praticati nel Movimento Naturale sono presenti da tempo immemorabile, hanno accompagnato l’essere umano dall’inizio del suo percorso evolutivo.
Questi movimenti i bambini iniziano a svilupparli istintivamente ancora prima di sviluppare la capacità di parlare, e li sviluppano in maniera autonoma senza bisogno che nessuno glieli insegni. Non è un caso che si ritrovino uguali nei giovani in ogni cultura umana, per quanto distante, a differenza delle tecniche del corpo sviluppate più avanti negli anni, che tendono a essere invece connotate culturalmente.
Il Movimento Naturale divide la sua pratica in vari domini, che racchiudono quasi tutte le possibilità motorie di noi esseri umani:
Locomozione: camminare, correre, saltare, equilibrio, movimenti a terra (crawling), arrampicare, nuotare.
Manipolazione: sollevare, trasportare, lanciare, afferrare.
Combattimento: colpire, lottare.
A COSA SERVE IL MOVIMENTO NATURALE
Questi movimenti appresi istintivamente però peggiorano, fino ad arrivare addirittura a perdersi in certi casi, se si smette di farli. E nella nostra società questo processo d’involuzione, che una volta era un’eccezione, è diventato invece la norma.
Il Movimento Naturale ha come obiettivo l’inversione di questo declino, il ristabilire un giusto equilibrio nell’organismo, migliorando la salute, la qualità della vita e la performance dell’individuo.
Al giorno d’oggi abbiamo tantissimi comfort. Non abbiamo problemi a procurarci il cibo, non dobbiamo difenderci dai predatori.
Nel mondo moderno molti movimenti come correre, saltare, rotolarsi sembrano essere privi di senso.
Con l’uso indiscriminato delle automobili poi, sembra che per molti non ci sia più neanche motivo di camminare.
Questo porta sia a tutta una serie di conseguenze negative che si riflettono sullo stato psicofisico di tante persone, sia a paradossi estremi.
Abbiamo un’industria del fitness che fattura miliardi, che sforna sempre nuove trovate per “tenerci in forma”.
Eppure gli stessi istruttori sono spesso incapaci a compiere in maniera corretta anche il più semplice schema motorio di base, se messi alla prova.
I frequentatori di palestre e di corsi di gruppo spendono tempo e soldi, per trovarsi poi uguali a come sono partiti, o peggio, e inermi di fronte alle eventuali necessità.
Io credo che una prova molto lampante per valutare lo stato di salute e le capacità di una persona sia osservare come essa si muove in ambiente naturale, su terreni scoscesi, superfici irregolari e terreni di diverso tipo.
E non parlo di cose estreme, ma semplicemente di cose come scendere al fiume, muoversi in un bosco… Situazioni che qualche decennio fa erano comuni anche nella nostra società.
Trovarsi in difficoltà in queste situazioni è un chiaro segno di una mancanza a livello fisico, e non solo.
Pensa alle esperienze che sono precluse, alla mancanza di consapevolezza, alle paure e ai dubbi che vanno a formarsi in questi casi.
Il motto che Hébert applica alla sua pratica è: essere forti per essere utili. Questo significa essere preparati a far fronte alle situazioni in cui è necessaria una buona preparazione fisica.
Nella sua esperienza in marina Hébert aveva visto come chi era atleticamente più preparato non solo riusciva a badare meglio a se stesso, ma ad aiutare anche altri che fossero in difficoltà.
Nel nostro mondo moderno questa visione assume una dimensione ancora più cogente: oggi spesso situazioni di questo tipo sono d’emergenza e di necessità assoluta.
UNA BREVE STORIA DEL MOVIMENTO NATURALE: HEBERT, SELVAGGI, PARKOUR, MOVEMENT
Il padre del Movimento Naturale è considerato Georges Hébert.
Ispirato dalle pratiche atletiche degli antichi greci, dai movimenti dei marinai che all’epoca scalavano, saltavano e correvano su alberi maestri con giungle di funi, piccole superfici di legno per manovrare le vele sotto qualsiasi condizione atmosferica e dallo stile di vita “primordiale” delle tribù di cacciatori e raccoglitori che ancora alla sua epoca erano presenti in molti luoghi del globo, sviluppò un suo sistema di educazione fisica chiamato “Le Methode Naturelle”.

Il metodo vero e proprio che Hébert sviluppò è una continuazione del lavoro di un altro scienziato motorio del secolo precedente, Francisco Amoros. Lui aveva sviluppato un sistema di educazione fisica pensato e utilizzato come allenamento dai militari e dai pompieri francesi, nonché dai rampolli della borghesia parigina.

All’approccio di Amoros, militaresco e con esercizi molto violenti e quindi estremamente selettivo e non approcciabile da tutti, Hébert integrò gli studi di Georges Demeny.
Demeny era un’ingegnere e un inventore, nonché appassionato di ginnastica. È considerato il fondatore dell’educazione fisica scientifica. Da lui Hébert prese i concetti di carico progressivo e di scalabilità.

In questo modo il sistema viene pensato per permettere a chiunque di sviluppare le proprie capacità fisiche, invece che essere un processo di selezione per individuare gli individui già dotati naturalmente.
Un’influenza più filosofica invece Hébert la ebbe da Paul Carton, esponente francese del Naturismo (da non confondere con l’attuale nudismo).
Tutto il discorso del ritorno alla natura, che all’epoca aveva molto appeal (siamo nel periodo in cui si sviluppa l’antropologia, in cui i racconti di viaggio degli esploratori e il contatto coloniale con molte società tribali o “altre” alimenta il fascino per l’esotico e i vari miti sui “selvaggi”).
Carton è più che altro conosciuto come esponente del vegetarianesimo (a cui lui univa tutto un discorso spirituale e religioso) e della naturopatia, ma Hébert lo spogliò degli aspetti più strettamente religiosi e superstiziosi per concentrarsi invece su tutto il discorso degli effetti negativi che la società moderna dell’epoca, con il suo stile di vita sempre più sedentario e distaccato dalla natura, aveva sullo spirito e sullo stile di vita delle persone.

Da dopo la seconda guerra mondiale l’Hebertismo avrà un percorso accidentato e meno visibile, rimanendo vivo in diversi paesi europei attraverso associazioni hebertiste e nel movimento dello scoutismo.
Per quanto riguarda noi invece, ci trasportiamo negli anni ‘80 in Francia, nei paesini alle porte sud di Parigi, in bilico fra l’essere inghiottiti dalla periferia della metropoli e la campagna.
Qui, un gruppo di ragazzi, che inizierà a chiamarsi Yamakasi, si lancia nell’esplorazione estrema di questa zona che ha tratti sia urbani che rurali. E, nel far questo, inventa nuovi modi di muoversi e di allenarsi, che prenderanno in seguito il nome di Parkour.
David Belle, Sebastian Foucan, Stephane Vigroux, solo per citare alcuni nomi, furono influenzati dal padre di Belle, ex militare, che li introdusse al Metodo Naturale di Hébert che aveva imparato durante la sua carriera nell’esercito.
A questo però i ragazzi unirono idee prese dal Taoismo e dalle filosofie orientali, dalla filosofia di Bruce Lee, i movimenti innovativi di Jackie Chan che interagiva con la scena in modi mai visti prima, e anche influssi dello sciamanesimo urbano e del combat vital di Don Jean Haberey.
È da qui che, pur se in sordina rispetto al Parkour che prenderà una via tutta sua, si ha una vera e propria rinascita del Movimento Naturale.
Erwan leCorre, allievo del succitato Don Jean Haberey, decide di recuperare l’opera di Hébert, e di aggiornarla alla luce dei nuovi sviluppi delle scienze motorie, rendendola anche più fruibile a tutti i livelli di preparazione fisica.
E così, nel 2004, nasce MovNat, che porta il Movimento Naturale all’interno dell’universo del fitness e della preparazione atletica.
All’incirca nello stesso periodo Rafe Kelley, che più tardi fonderà Evolve Move Play, decide di “staccarsi” in parte dalla direzione in cui si muove il parkour americano, di cui fu uno dei primi praticanti, lavorando allo sviluppo di uno stile di Movimento Naturale fortemente influenzato dal Parkour moderno e dalle Arti Marziali.
Naturalmente, sia MovNat che Rafe Kelley mantengono quel forte focus sull’allenamento outdoor in ambienti naturali e selvaggi.
Sia MovNat che Rafe Kelley si muovono all’interno di quella fucina innovativa di metodi e di idee che è la cultura del Movement Training, e possono essere considerati anche loro a pieno titolo la prima generazione, assieme a Ido Portal e Fighting Monkey.
Da qui ai giorni nostri, il Movimento Naturale si è sviluppato sempre di più, portando a nuovi sviluppi e nuove direzioni, e andando a influenzare sempre più anche l’ambito generale del fitness e delle scienze motorie.